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giovedì 18 dicembre 2008
ELUANA ENGLARO E IL NO DEL MINISTRO SACCONI
Proseguono le imbarazzanti vicende del Governo in carica.
Adesso addirittura un Ministro, nel caso specifico il Ministro del Welfare Sacconi, interviene con un monito che si oppone ad una sentenza della Corte Costituzionale.
"Nessun ospedale tolga cibo e acqua a Eluana": ma dove siamo? Che democrazia è quella che vige nel nostro paese? La dichiarazione del Ministro Sacconi è
incostituzionale,
illegale
inappropriata,
ingerisce in materia non di competenza del suo dicastero.
Ma i governi Berlusconi non erano quelli che si facevano sempre paladini del rispetto dell'autonomia della giurisdizione? Non vige forse nel nostro paese quella democrazia che si sostanzia nella separazione dei poteri? E quello giurisdizionale non è, dunque, un potere indipendente dalla azione di governo? Che vada rispettato?
Quale il senso civile di obbligare una persona in stato vegetativo irreversibile da 17 anni ad una vita "non vita"? Quale il senso di prolungare il calvario dei suoi più intimi parenti? Come può un paese civile e democratico non rispettare la annosa e faticosa azione burocratica/giurisdizionale di un padre che sì fa semplicemente portatore della volontà di una figlia cerebralmente morta?
Perchè nascondersi dietro stupide ideologie spirituali prive di fondamento alcuno?
E infine, perchè le strutture ospedaliere, pubbliche o private che siano, non rispettano il volere superiore di una sentenza della Corte Costituzionale?
Di nuovo: ma che democrazia è questa?....a regime totalitario?
Adesso addirittura un Ministro, nel caso specifico il Ministro del Welfare Sacconi, interviene con un monito che si oppone ad una sentenza della Corte Costituzionale.
"Nessun ospedale tolga cibo e acqua a Eluana": ma dove siamo? Che democrazia è quella che vige nel nostro paese? La dichiarazione del Ministro Sacconi è
incostituzionale,
illegale
inappropriata,
ingerisce in materia non di competenza del suo dicastero.
Ma i governi Berlusconi non erano quelli che si facevano sempre paladini del rispetto dell'autonomia della giurisdizione? Non vige forse nel nostro paese quella democrazia che si sostanzia nella separazione dei poteri? E quello giurisdizionale non è, dunque, un potere indipendente dalla azione di governo? Che vada rispettato?
Quale il senso civile di obbligare una persona in stato vegetativo irreversibile da 17 anni ad una vita "non vita"? Quale il senso di prolungare il calvario dei suoi più intimi parenti? Come può un paese civile e democratico non rispettare la annosa e faticosa azione burocratica/giurisdizionale di un padre che sì fa semplicemente portatore della volontà di una figlia cerebralmente morta?
Perchè nascondersi dietro stupide ideologie spirituali prive di fondamento alcuno?
E infine, perchè le strutture ospedaliere, pubbliche o private che siano, non rispettano il volere superiore di una sentenza della Corte Costituzionale?
Di nuovo: ma che democrazia è questa?....a regime totalitario?
giovedì 13 novembre 2008
MADONNA:"DIVORZIO DALLE REGOLE IMBARAZZANTI"
Non esiste personaggio della storia della musica pop che si sia saputo imporre, rinnovare e che abbia saputo accentrare l'attenzione dei media su di sè come Madonna. Un fenomeno unico.
Altrettanto unici e imbarazzanti, al punto da ledere l'intelligenza che viene naturale attribuire ad un personaggio così vincente, sono però i contenuti degli accordi che la star avrebbe imposto all'ex marito per quanto riguarda tempi e modi per vedere i figli.
Vada per il no ai giornalisti, ai giornali scandalistici e quant'altro, e vada per la dieta vegetariana che si presume sia il tipo di alimentazione con cui, entrambi, abbiano deciso di crescere i bambini. Transeat anche per i giocattoli eticamente discutibili.
Ma per l'acqua autorizzata dal culto della kabbalah? Per le mani che i bambini si devono disinfettare ogni volta che rientrano a casa? Per le fiabe da leggere ai bambini prima di dormire che devono essere rigorosamente tratte dal libro scritto da Madonna?
Se tutto, anche l'educazione e la tutela dei figli, devono essere parte di un cinico meccanismo di autopromozione della cantante dal titolo: bene o male che se ne parli, l'importante è che di me se ne parli allora il suo successo planetario perde radicalmente valore umano e mantiene solo quello economico.
Deludente la sua incapacità di gestire al 50% con l'ex marito l'educazione dei figli.
Altrettanto unici e imbarazzanti, al punto da ledere l'intelligenza che viene naturale attribuire ad un personaggio così vincente, sono però i contenuti degli accordi che la star avrebbe imposto all'ex marito per quanto riguarda tempi e modi per vedere i figli.
Vada per il no ai giornalisti, ai giornali scandalistici e quant'altro, e vada per la dieta vegetariana che si presume sia il tipo di alimentazione con cui, entrambi, abbiano deciso di crescere i bambini. Transeat anche per i giocattoli eticamente discutibili.
Ma per l'acqua autorizzata dal culto della kabbalah? Per le mani che i bambini si devono disinfettare ogni volta che rientrano a casa? Per le fiabe da leggere ai bambini prima di dormire che devono essere rigorosamente tratte dal libro scritto da Madonna?
Se tutto, anche l'educazione e la tutela dei figli, devono essere parte di un cinico meccanismo di autopromozione della cantante dal titolo: bene o male che se ne parli, l'importante è che di me se ne parli allora il suo successo planetario perde radicalmente valore umano e mantiene solo quello economico.
Deludente la sua incapacità di gestire al 50% con l'ex marito l'educazione dei figli.
OPERAIO ALBANESE UCCIDE A SPRANGATE IL DATORE DI LAVORO
Tra le tante e tristi notizie quotidiane di cronaca nera ieri si è letta anche questa. Un operaio albanese ha ucciso, in un momento di ira, il suo datore di lavoro. Il datore di lavoro sembra che lo avesse ripreso in seguito ad un lavoro eseguito male: "Ti licenzio e ti rimando al tuo paese!".
Nulla da eccepire contro la gravità del reato commesso dall'operaio che sarà sicuramente giudicato, in modo adeguato, dalle autorità competenti.
E nulla da eccepire quando un datore di lavoro riprende un suo subordinato per un lavoro male eseguito.
Ma perchè un datore di lavoro, nei confronti di un lavoratore extracomunitario regolarmente in Italia da 20 anni, si permette, nel riprenderlo, di intimargli di rispedirlo al suo paese? E' forse un suo schiavo? Un oggetto di sua proprietà?
Esiste il licenziamento per giusta causa. Non esiste il licenziamento per giusta causa senza il rispetto della dignità umana.
Nulla da eccepire contro la gravità del reato commesso dall'operaio che sarà sicuramente giudicato, in modo adeguato, dalle autorità competenti.
E nulla da eccepire quando un datore di lavoro riprende un suo subordinato per un lavoro male eseguito.
Ma perchè un datore di lavoro, nei confronti di un lavoratore extracomunitario regolarmente in Italia da 20 anni, si permette, nel riprenderlo, di intimargli di rispedirlo al suo paese? E' forse un suo schiavo? Un oggetto di sua proprietà?
Esiste il licenziamento per giusta causa. Non esiste il licenziamento per giusta causa senza il rispetto della dignità umana.
BERLUSCONI: "NON MI IMPORTA NULLA DI QUELLO CHE DICE VELTRONI. CON L'OPPOSIZIONE NON AVRO' MAI PIU' NIENTE A CHE FARE"
Il premier poi si stupisce perchè in Italia non gode della stessa considerazione che riceve all'estero...ma all'estero, quando si confronta con i suoi "apparenti pari" si esprime con gli stessi contenuti che riserva per le relazioni interne? Come può, un Presidente del Consiglio, permettersi di affermare di non voler più tenere conto dell'opposizione? Si è forse dimenticato che perno della storia politico/sociale di un paese sono i rapporti e il confronto bipartisan tra maggioranza e opposizione? Forse, il Presidente Berlusconi, si confonde con altri sistemi di governo alternativi al nostro che oramai da 60 anni il popolo italiano ha allontanato dalla sua storia politica.
BERLUSCONI: "NON C'E' SPETTACOLO IN CUI NON SIA PRESO IN GIRO O OLTRAGGIATO"
Sul corriere della Sera del 12 novembre 2008, in una lunga intervista al premier si legge: "in tutto il mondo trovo grandissima considerazione tra i miei interlocutori, poi torno in Italia, apro la televisione e non c'è uno spettacolo della Rai, anche di intrattenimento, in cui io non sia preso in giro o oltraggiato. E altre tv fanno la stessa cosa. Per fortuna io faccio il mio dovere e vado avanti pensando di fare il bene del Paese."
E' previsto nel nostro ordinamento costituzionale un Ministero degli Esteri, al quale attualmente fa capo il Ministro Frattini, che si occupa delle relazioni internazionali. Per quale motivo il Presidente Berlusconi, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO, si confronta primariamente con la considerazione che riceve all'estero? Non dovrebbe primariamente porsi qualche domanda e darsi anche qualche risposta sul perchè, non riceve in patria, la considerazione che vanta altrove?
E' previsto nel nostro ordinamento costituzionale un Ministero degli Esteri, al quale attualmente fa capo il Ministro Frattini, che si occupa delle relazioni internazionali. Per quale motivo il Presidente Berlusconi, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO, si confronta primariamente con la considerazione che riceve all'estero? Non dovrebbe primariamente porsi qualche domanda e darsi anche qualche risposta sul perchè, non riceve in patria, la considerazione che vanta altrove?
venerdì 7 novembre 2008
BERLUSCONI: "E' GIOVANE BELLO E PURE ABBRONZATO!" MA PARLIAMO DI STATISTI O DI CONTATTI DA SOCIAL NETWORK TIPO FACEBOOK???
Comincia ad essere imbarazzante per un comune cittadino aprire i quotidiani e leggere certe mancanze di stile.
Ma come si può ammettere che il massimo rappresentante delle istituzioni politiche italiane, in una dichiarazione ufficiale, si rivolga al neoeletto presidente degli Stati Uniti aggettivandolo come "bello e abbronzato"?
Il presidente Berlusconi non si rende conto della caduta di stile, anche e soprattutto, quando cerca di dare delle giustificazioni ad essa: "era una carineria!" Ma come? Di fronte al più importante presidente di stato dell'intero pianeta ti rivolgi, senza conoscerlo, dandogli del "bello"? Ma dove sono i valori istituzionali, i protocolli, la forma, la consapevolezza del ruolo rivestito? Per non parlare poi "dell'abbronzato" che lascia semplicemente esterefatti.
La portata politica dell'evento "presidente americano di colore" è così significativa e delicata da non poter ammettere alcuna leggerezza, alcuna irriverente spontaneità, se non addirittura alcuna maleducazione usando nello specifico l'eufemismo, "abbronzato", per riferisi al colore della pelle del Presidente Obama.
Il dramma di tutto ciò è duplice:
1) innanzitutto il tono con cui il Presidente Berlusconi ha parlato del Presidente Obama: quasi fosse da padre a figlio, ma dove il figlio, purtroppo, è Berlusconi! Eh sì, perchè lo statista americano ha una statura politica fondata e dalle profonde radici già all'eta di 47 anni...ma i 25 anni che dividono i due presidenti non sono stati sufficienti ad attribuire al nostro Presidente del Consiglio altrettanta maturità e consapevolezza politica;
2) secondo di poi il disappunto del Presidente Berlusconi: "Dio ci salvi da certi imbecilli" Questo il commento di Berlusconi facendo chiaramente riferimento all'intervento di Veltroni che chiedeva, giustamente, al Presidente del Consiglio di porgere le sue scuse per questa sua ennesima caduta di stile.
Caliamo un velo pietoso sulla maleducazione nei confronti dell'esponente del partito democratico che rimane da chiarire, si immagina, in quel linguaggio istituzionale di basso lignaggio che caratterizza oramai quotidianamente i rapporti istituzionali delle parti politiche del nostro Governo. Più grave è il fatto che il presidente Berlusconi, indirettamente, ha dato degli imbecilli a tutti coloro che la pensano come il presidente del partito Democratico. Come può il Presidente del Consiglio Italiano permettersi di appellare in tal modo quella fetta importante di elettori che non lo hanno scelto ma che democraticamente lo accettano? E' sicuro poi, con le sue dichiarazioni, di rispettare il parere/volere dei suoi di elettori?
Peraltro le dichiarazioni pubbliche del Presidente Berlusconi fin qui analizzate sono rivolte all'assemblea russa dove il presidente italiano dice che il Presidente Obama e il Presidente Medvedev andranno d'accordo perchè il Presidente americano "è bello giovane ed è anche abbronzato". Perchè, se fosse stato basso, brutto, pallido e vecchio non avrebbero potuto dialogare nell'ambito di un confronto di politica internazionale?
Quello che, purtroppo, non è chiaro al nostro Presidente è il ruolo da lui rivestito. Quale massimo esponente delle istituzioni italiane, nella sua pubblica funzione, non dovrebbe mai dimenticare che qualunque dichiarazione, qualunque presa di posizione non rappresentano la sua opinione personale da manager d'azienda, ma entrano, inevitabilmente, in quel contenitore che possiamo chiamare di "rappresentanza istituzionale" del quale ne è esponente ma non proprietario. Quindi ne è portavoce.
Ma come si può ammettere che il massimo rappresentante delle istituzioni politiche italiane, in una dichiarazione ufficiale, si rivolga al neoeletto presidente degli Stati Uniti aggettivandolo come "bello e abbronzato"?
Il presidente Berlusconi non si rende conto della caduta di stile, anche e soprattutto, quando cerca di dare delle giustificazioni ad essa: "era una carineria!" Ma come? Di fronte al più importante presidente di stato dell'intero pianeta ti rivolgi, senza conoscerlo, dandogli del "bello"? Ma dove sono i valori istituzionali, i protocolli, la forma, la consapevolezza del ruolo rivestito? Per non parlare poi "dell'abbronzato" che lascia semplicemente esterefatti.
La portata politica dell'evento "presidente americano di colore" è così significativa e delicata da non poter ammettere alcuna leggerezza, alcuna irriverente spontaneità, se non addirittura alcuna maleducazione usando nello specifico l'eufemismo, "abbronzato", per riferisi al colore della pelle del Presidente Obama.
Il dramma di tutto ciò è duplice:
1) innanzitutto il tono con cui il Presidente Berlusconi ha parlato del Presidente Obama: quasi fosse da padre a figlio, ma dove il figlio, purtroppo, è Berlusconi! Eh sì, perchè lo statista americano ha una statura politica fondata e dalle profonde radici già all'eta di 47 anni...ma i 25 anni che dividono i due presidenti non sono stati sufficienti ad attribuire al nostro Presidente del Consiglio altrettanta maturità e consapevolezza politica;
2) secondo di poi il disappunto del Presidente Berlusconi: "Dio ci salvi da certi imbecilli" Questo il commento di Berlusconi facendo chiaramente riferimento all'intervento di Veltroni che chiedeva, giustamente, al Presidente del Consiglio di porgere le sue scuse per questa sua ennesima caduta di stile.
Caliamo un velo pietoso sulla maleducazione nei confronti dell'esponente del partito democratico che rimane da chiarire, si immagina, in quel linguaggio istituzionale di basso lignaggio che caratterizza oramai quotidianamente i rapporti istituzionali delle parti politiche del nostro Governo. Più grave è il fatto che il presidente Berlusconi, indirettamente, ha dato degli imbecilli a tutti coloro che la pensano come il presidente del partito Democratico. Come può il Presidente del Consiglio Italiano permettersi di appellare in tal modo quella fetta importante di elettori che non lo hanno scelto ma che democraticamente lo accettano? E' sicuro poi, con le sue dichiarazioni, di rispettare il parere/volere dei suoi di elettori?
Peraltro le dichiarazioni pubbliche del Presidente Berlusconi fin qui analizzate sono rivolte all'assemblea russa dove il presidente italiano dice che il Presidente Obama e il Presidente Medvedev andranno d'accordo perchè il Presidente americano "è bello giovane ed è anche abbronzato". Perchè, se fosse stato basso, brutto, pallido e vecchio non avrebbero potuto dialogare nell'ambito di un confronto di politica internazionale?
Quello che, purtroppo, non è chiaro al nostro Presidente è il ruolo da lui rivestito. Quale massimo esponente delle istituzioni italiane, nella sua pubblica funzione, non dovrebbe mai dimenticare che qualunque dichiarazione, qualunque presa di posizione non rappresentano la sua opinione personale da manager d'azienda, ma entrano, inevitabilmente, in quel contenitore che possiamo chiamare di "rappresentanza istituzionale" del quale ne è esponente ma non proprietario. Quindi ne è portavoce.
giovedì 6 novembre 2008
CARFAGNA PORTAVOCE DEL GOVERNO???
Mentre gli americani, all'election day, finalmente dimostrano al mondo intero di avere una capacità di discernere e di avere a cuore il desiderio di essere rappresentati da un politico degno di essere tale noi, nel nostro piccolo, rispondiamo di tutto punto proponendo come portavoce del Governo di fronte alla pubblica infomazione Mara Carfagna. Il Governo italiano, evidentemente, non ha interesse a porsi con serietà, coscienza politica e professionalità nei confronti di se stesso, dei suoi cittadini e del mondo intero.
lunedì 3 novembre 2008
domenica 2 novembre 2008
venerdì 31 ottobre 2008
Alcune considerazioni considerazioni sulla Chiesa Cattolica
Sappiamo dal 1748, grazie alle teorizzazioni di Montesquieu, che la condizione oggettiva per la garanzia della libertà del cittadino è data dalla separazione dei poteri. Una Repubblica garantisce questa condizione proprio perchè i suoi poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono nettamente separati tra di loro. In caso contrario, quando i tre poteri convergono in un'unica persona si è in una condizione dispotica proprio perchè le leggi variano al variare della volontà di colui in capo al quale convergono i tre poteri.
Cosa dire dunque dello Stato del Vaticano dove i tre poteri più o meno direttamente convergono nella figura del Papa?
Cosa dire del nome "Santo Padre" con il quale il Papa si fa chiamare? Sappiamo quanto sono complicati e lunghi i processi di santificazione post mortem. Non è un po' presuntuoso farsi appellare in tal mondo in vita?
La stessa presunzione non è anche imputabile alle Gerarchie Ecclesiastiche tutte che danno per certa l'esistenza di Dio senza poterne dare una prova? Non sarebbe più "umano", più "corretto", più "socialmente equo", "più sintomo di umiltà spirituale" usare toni più cauti e mantenere comunque e sempre un dubbio di ipotesi contraria?
E' indubbio che la Chiesa Cattolica imponga condizionamenti sociali che frenano il progredire della società. E' altresì indubbio che l'influenza della Chiesa nella vita sociale prima di essere ti tipo spirituale sia, purtroppo, politica ed economica. E', infine, altresì inconfutabile che nel nostro paese, rispetto a molti altri paesi cattolici del mondo, questa "incombente presenza" non soltanto ostacoli il progresso sociale ma tenda addirittura a renderlo, nel paragone, retrogrado rispetto a paesi a noi confinanti o poco più che confinanti. Non serebbe più "cattolicamente equo" che per lo meno il massimo esponente della Chiesa risiedesse, di volta in volta, nel suo paese di origine?
Cosa dire dunque dello Stato del Vaticano dove i tre poteri più o meno direttamente convergono nella figura del Papa?
Cosa dire del nome "Santo Padre" con il quale il Papa si fa chiamare? Sappiamo quanto sono complicati e lunghi i processi di santificazione post mortem. Non è un po' presuntuoso farsi appellare in tal mondo in vita?
La stessa presunzione non è anche imputabile alle Gerarchie Ecclesiastiche tutte che danno per certa l'esistenza di Dio senza poterne dare una prova? Non sarebbe più "umano", più "corretto", più "socialmente equo", "più sintomo di umiltà spirituale" usare toni più cauti e mantenere comunque e sempre un dubbio di ipotesi contraria?
E' indubbio che la Chiesa Cattolica imponga condizionamenti sociali che frenano il progredire della società. E' altresì indubbio che l'influenza della Chiesa nella vita sociale prima di essere ti tipo spirituale sia, purtroppo, politica ed economica. E', infine, altresì inconfutabile che nel nostro paese, rispetto a molti altri paesi cattolici del mondo, questa "incombente presenza" non soltanto ostacoli il progresso sociale ma tenda addirittura a renderlo, nel paragone, retrogrado rispetto a paesi a noi confinanti o poco più che confinanti. Non serebbe più "cattolicamente equo" che per lo meno il massimo esponente della Chiesa risiedesse, di volta in volta, nel suo paese di origine?
giovedì 30 ottobre 2008
NO AL SACERDOZIO PER GLI OMOSESSUALI
Le gerarchie ecclesiatiche vietano il sacerdozio agli omosesssuali.
Ma si può poi accettare un paradosso simile? La Chiesa, che dovrebbe accogliere chiunque si senta da essa chiamato, esclude, così a priori, un'intera categoria di esseri umani! Non so perchè ma sorge spontaneo un link del pensiero verso il divieto che le stesse gerarchie ecclesiastiche posero al funerale di Welby.
Una delle motivazioni al divieto del sacerdozio per gli omosessuali è perchè i sacerdoti gay praticherebbero l'omosessualità. Ergo, se i sacerdoti omosessuali praticherebbero l'omosessualità, per par condicio, il sacerdote eterosessuale praticherebbe l'eterosessualità: in sostanza, dunque, i sacerdoti farebbero sesso! Ma questo non è in contraddizione con il voto di castità che il sacerdote compie dandosi a Dio? Oppure se il sacerdote è eterosessuale e fa sesso con una donna va improvvisamente bene?
Ma si può poi accettare un paradosso simile? La Chiesa, che dovrebbe accogliere chiunque si senta da essa chiamato, esclude, così a priori, un'intera categoria di esseri umani! Non so perchè ma sorge spontaneo un link del pensiero verso il divieto che le stesse gerarchie ecclesiastiche posero al funerale di Welby.
Una delle motivazioni al divieto del sacerdozio per gli omosessuali è perchè i sacerdoti gay praticherebbero l'omosessualità. Ergo, se i sacerdoti omosessuali praticherebbero l'omosessualità, per par condicio, il sacerdote eterosessuale praticherebbe l'eterosessualità: in sostanza, dunque, i sacerdoti farebbero sesso! Ma questo non è in contraddizione con il voto di castità che il sacerdote compie dandosi a Dio? Oppure se il sacerdote è eterosessuale e fa sesso con una donna va improvvisamente bene?
MOVIE: "Mamma mia!"
Troppo brava Meryl Streep nel remake cinematografico del musical Mamma Mia con le musiche degli Abba.
La sua intensità attoriale ha reso ancor migliore quella bellissima canzone del gruppo pop scandinavo degli anni '70 dal titolo "The winner takes it all"
La sua intensità attoriale ha reso ancor migliore quella bellissima canzone del gruppo pop scandinavo degli anni '70 dal titolo "The winner takes it all"
MOVIE: "L'UOMO CHE AMA"
Maria Sole Tognazzi ha scritto e diretto un bellissimo film ...montato molto bene e con attori sapientemente scelti. Il film è pieno di amore di ogni tipo, fraterno (l'amore che unisce i due fratelli è commovente!) genitoriale e di coppia...Vedetelo!
CARFAGNA: NO AL PATROCINIO AL GAY PRIDE LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Scrivo a Lei questa lettera, Egregio Presidente Napolitano, in seguito ad un articolo letto sul Corriere della Sera del giorno 19 maggio 2008 e trovato comunque confermato più o meno negli stessi termini un po’ ovunque tra altre testate giornalistiche.
Si tratta delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, a proposito della decisione di non attribuire il patrocinio del Ministero da Ella rappresentato al Gay Pride di quest’anno.
Per chiarezza espositiva affronterò questo mia riflessione con Lei, Presidente, suddividendo le affermazioni del Ministro per punti.
Veniamo dunque alla prima parte delle dichiarazioni del Ministro Carfagna.
Il Ministro dice: Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono i Gay Pride……Hanno obiettivi che non condivido.
Il Gay Pride è una manifestazione pacifista che senza ombra di dubbio rientra a pieno titolo in un generico contenitore che si chiama “richiesta di Pari Opportunità”.
Presidente, com’è possibile ammettere che un Ministro, quindi un rappresentante della funzione pubblica di Governo, si esprima negando l’utilità di una manifestazione che rientra a pieno titolo nei contenuti che fanno capo al suo Ministero?
Un Ministro non è un parlamentare che segue un progetto di partito, un Ministro è un qualcosa di più articolato e di più profondo che non può limitare la sua funzione pubblica alla sola base delle proprie esperienze e convinzioni personali dato che si muove condizionando, nel nostro caso, circa 60 milioni di persone!
Il Ministro poi dice: Io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi
Presidente, com’è possibile ammettere che un Ministro non sia consapevole che la storia dei diritti civili dell’uomo è nata e si è sviluppata solo, quando e in seguito alla uscita in piazza di consistenti masse di cittadini?
Proseguo: penso che l’unico obiettivo del Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso essere d’accordo.
Presidente, stiamo parlando di un Ministro che rilascia delle dichiarazioni ufficiali su un tema di cui non conosce la portata e i contenuti.
Il Gay Pride, infatti, non è solo una manifestazione degli omosessuali ma è la manifestazione per antonomasia per ottenere il riconoscimento di una serie di diritti della comunità GLBQ: gay, lesbiche, bisessuali, queer (volendo con questo termine di ultima generazione riferirsi a chi intende autodeterminare la propria identità di genere perché psicologicamente non in linea con quella biologica quindi transessuali e transgender).
Con questa affermazione il Ministro ha semplicemente parlato per luoghi comuni, lasciando intendere la sua mancata informazione sulla questione in oggetto e peraltro esprimendo un’opinione solo personale piuttosto che Istituzionale. Se il Ministro non è d’accordo, come dice, con il riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali questo è un suo problema e non dovrebbe riguardare gli omosessuali, ma soprattutto non dovrebbe riguardare l’esercizio della funzione di Governo del Ministro che dovrebbe essere svolta in considerazione di un punto di vista sociale e non personale.
Agli omosessuali sicuramente non disturba se il Ministro si sposa, convive o fa altro. Non si capisce per quale motivo il Ministro invece debba pubblicamente affermare il suo disappunto sull’eventualità di una ufficializzazione delle unioni omosessuali. Proprio lei? Il Ministro delle pari opportunità? E purtroppo Mara Carfagna, con questa affermazione, ha sottolineato il vero problema che sta alla base delle minoranze o delle parti più deboli e cioè che è la maggioranza che crea il disagio maggiore alla minoranza.
Quello che è grave, però, è che a parlare sia un rappresentante delle Istituzioni e, nella fattispecie, il responsabile di un ministero che si chiama delle Pari Opportunità, insomma, Presidente, l’ultimo cittadino italiano che avrebbe dovuto esprimersi in tal senso!
Vengo adesso alla parte più imbarazzante delle dichiarazioni del Ministro Carfagna: Io credo che l’omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così grave come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l’integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare………sì, i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese.
Oltre alle dichiarazioni per sentito dire e ai luoghi comuni, rimango semplicemente esterefatto nel leggere il riferimento agli amici omosessuali del Ministro: non sarebbe più deontologico, Presidente, aspettarsi da un Ministro, nell’esercizio delle sue funzioni, una visione più ad ampio spettro territoriale piuttosto che familiare/amicale?
Come può un cittadino sentirsi rappresentato da un Ministro che si giustifica dando maggior valore alla sua esperienza personale piuttosto che a quella sociale? Come si può accettare che un Ministro pretenda che qualcuno gli dimostri che la situazione è diversa da quella che ritiene esistente? Non è il Ministro che si deve informare? …..magari non sotto casa, ma nei luoghi di provincia, ad esempio?…in quelli dove vige maggior degrado?
Le Istituzioni tutte, accettando questa dichiarazione del Ministro Carfagna, potrebbero, perché no, in futuro, ad esempio, accettare una dichiarazione di colui/colei che preposto/a al risanamento del sistema pensionistico si avvalesse della sua esperienza personale e sostenesse: “non è vero che le pensioni non sono sufficienti a far fronte al fabbisogno del pensionato, perché i miei amici pensionati mi dicono che loro vivono molto bene con la pensione che ricevono!” Si potrebbero fare ancora molti altri “spiritosi e provocatori esempi” in tal senso …..il dramma purtroppo è che il caso in questione è di imbarazzante verità istituzionale.
Le ultime dichiarazioni del Ministro citano come segue: ci sono molti problemi di Pari Opportunità. Un esempio? Nei luoghi di lavoro ancora oggi le donne guadagnano il 30% in meno dei loro colleghi pari grado. E questo è o non è un problema serio?…..Disabili, Anziani, Bambini: ce ne è di problemi di pari opportunità nel nostro paese.
Nessuno nega l’esistenza di molti problemi di Pari Opportunità purtroppo. Anzi, mi sembra normale che ce ne siano, altrimenti non avrebbe ragione di esistere il Dicastero in proposito. Quando si parla di Pari Opportunità non dovrebbe essere necessario fare una classifica, soprattutto personale, dell’importanza della minoranza in questione.
Anche la più insignificante, a livello numerico, delle minoranze, quando non vede riconosciute le sue Pari Opportunità, vive un disagio, un’emarginazione, un problema: grande, importante e insostenibile tanto quanto quello della più numerosa delle minoranze.
Relativamente alla sua rigida posizione, vorrei ricordare al Ministro che il mancato riconoscimento di Pari Opportunità dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, lesbiche e queer è quanto di più incostituzionale si possa avere per evidente contrasto con il principio fondamentale sancito dall’art. 3 comma 1 della Carta Costituzionale che cita: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali.
Vorrei, inoltre, dare uno sguardo alla ratio che sta alla base del Dicastero della Pari Opportunità e a tal proposito vorrei ricordare al Ministro che un Governo che istituisce un Ministero delle Pari Opportunità ritiene evidentemente che ci siano una serie di categorie di persone che, per vedere riconosciuti i propri diritti, necessitano di una specifica azione di governo in quanto facenti parte di minoranze. Ora, data la fattispecie in questione, non può esserci maggiore contraddizione in termini che quella di un Ministro che va contro la funzione del Ministero da lui rappresentato.
Un Ministro, Presidente, non dovrebbe forse operare se non secondo equità, termine che siamo soliti riferire a chi svolge la funzione giurisdizionale, per lo meno in assenza di pregiudizi e condizionamenti personali e/o spirituali?
Due ultime considerazioni sul Ministro in questione.
Questo il suo curriculum vitae come si evince dal sito ufficiale del Ministero delle Pari Opportunità:
nata a Salerno il 18 Dicembre 1975;
è diplomata presso il Liceo Scientifico "Giovanni da Procida" di Salerno, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Salerno con una tesi in Diritto dell'informazione e del sistema radiotelevisivo;
entrata nel movimento politico di Forza Italia nel 2004, diventa l'anno successivo Coordinatrice Regionale di Azzurro Donna Campania.
Nel 2006 è eletta alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania 2 nella lista di Forza Italia, è stata Segretario della Commissione Affari Costituzionali nella XV Legislatura.
Da ottobre 2007 è Coordinatrice Nazionale di Azzurro Donna, incarico che ricopre attualmente.
Eletta nell'aprile 2008 alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania 2 nella lista del Popolo della Libertà.
Presidente Napolitano, ma nemmeno 4 anni di militanza politica non sono un lasso di tempo un po' ridotto per affrontare un impegno istituzionale quale l'incarico a Ministro delle Pari Opportunità? Senza considerare la precedente e pubblicamente conosciuta attività svolta nel mondo dello spettacolo da parte del Ministro, che senza nulla volerle togliere, certo non va ad aggiungere punti in favore della sua formazione politica.
Mi chiedo come un Presidente del Consiglio possa solo pensare di affidare un Ministero ad un soggetto così inesperto.
E sopratuttto, ciò che è più grave, è la evidente bassa considerazione che l'attuale Presidente del Consiglio riserva alla fattispecie in questione: le pari opportunità. Eppure, un valido rappresentante delle istituzioni politiche quale il Presidente del Consiglio dovrebbe essere, dovrebbe ben sapere che i Ministeri senza Portafoglio che hanno responsabilità economica minore nella amministrazione del Paese, rivestono però un alto valore sociale e politico che, senza dubbio alcuno necessitano di soggetti politici strutturati e consapevoli
La ringrazio, caro Presidente Napolitano, per l’attenzione che vorrà concedermi, e la saluto cordialmente restando pieno di perplessità nei confronti di un Governo che, appena insediatosi, riconosco come legittimo e rispetto profondamente, ma dal quale, mi resta molto difficile sentirmi rappresentato.
Si tratta delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, a proposito della decisione di non attribuire il patrocinio del Ministero da Ella rappresentato al Gay Pride di quest’anno.
Per chiarezza espositiva affronterò questo mia riflessione con Lei, Presidente, suddividendo le affermazioni del Ministro per punti.
Veniamo dunque alla prima parte delle dichiarazioni del Ministro Carfagna.
Il Ministro dice: Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono i Gay Pride……Hanno obiettivi che non condivido.
Il Gay Pride è una manifestazione pacifista che senza ombra di dubbio rientra a pieno titolo in un generico contenitore che si chiama “richiesta di Pari Opportunità”.
Presidente, com’è possibile ammettere che un Ministro, quindi un rappresentante della funzione pubblica di Governo, si esprima negando l’utilità di una manifestazione che rientra a pieno titolo nei contenuti che fanno capo al suo Ministero?
Un Ministro non è un parlamentare che segue un progetto di partito, un Ministro è un qualcosa di più articolato e di più profondo che non può limitare la sua funzione pubblica alla sola base delle proprie esperienze e convinzioni personali dato che si muove condizionando, nel nostro caso, circa 60 milioni di persone!
Il Ministro poi dice: Io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi
Presidente, com’è possibile ammettere che un Ministro non sia consapevole che la storia dei diritti civili dell’uomo è nata e si è sviluppata solo, quando e in seguito alla uscita in piazza di consistenti masse di cittadini?
Proseguo: penso che l’unico obiettivo del Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso essere d’accordo.
Presidente, stiamo parlando di un Ministro che rilascia delle dichiarazioni ufficiali su un tema di cui non conosce la portata e i contenuti.
Il Gay Pride, infatti, non è solo una manifestazione degli omosessuali ma è la manifestazione per antonomasia per ottenere il riconoscimento di una serie di diritti della comunità GLBQ: gay, lesbiche, bisessuali, queer (volendo con questo termine di ultima generazione riferirsi a chi intende autodeterminare la propria identità di genere perché psicologicamente non in linea con quella biologica quindi transessuali e transgender).
Con questa affermazione il Ministro ha semplicemente parlato per luoghi comuni, lasciando intendere la sua mancata informazione sulla questione in oggetto e peraltro esprimendo un’opinione solo personale piuttosto che Istituzionale. Se il Ministro non è d’accordo, come dice, con il riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali questo è un suo problema e non dovrebbe riguardare gli omosessuali, ma soprattutto non dovrebbe riguardare l’esercizio della funzione di Governo del Ministro che dovrebbe essere svolta in considerazione di un punto di vista sociale e non personale.
Agli omosessuali sicuramente non disturba se il Ministro si sposa, convive o fa altro. Non si capisce per quale motivo il Ministro invece debba pubblicamente affermare il suo disappunto sull’eventualità di una ufficializzazione delle unioni omosessuali. Proprio lei? Il Ministro delle pari opportunità? E purtroppo Mara Carfagna, con questa affermazione, ha sottolineato il vero problema che sta alla base delle minoranze o delle parti più deboli e cioè che è la maggioranza che crea il disagio maggiore alla minoranza.
Quello che è grave, però, è che a parlare sia un rappresentante delle Istituzioni e, nella fattispecie, il responsabile di un ministero che si chiama delle Pari Opportunità, insomma, Presidente, l’ultimo cittadino italiano che avrebbe dovuto esprimersi in tal senso!
Vengo adesso alla parte più imbarazzante delle dichiarazioni del Ministro Carfagna: Io credo che l’omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così grave come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l’integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare………sì, i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese.
Oltre alle dichiarazioni per sentito dire e ai luoghi comuni, rimango semplicemente esterefatto nel leggere il riferimento agli amici omosessuali del Ministro: non sarebbe più deontologico, Presidente, aspettarsi da un Ministro, nell’esercizio delle sue funzioni, una visione più ad ampio spettro territoriale piuttosto che familiare/amicale?
Come può un cittadino sentirsi rappresentato da un Ministro che si giustifica dando maggior valore alla sua esperienza personale piuttosto che a quella sociale? Come si può accettare che un Ministro pretenda che qualcuno gli dimostri che la situazione è diversa da quella che ritiene esistente? Non è il Ministro che si deve informare? …..magari non sotto casa, ma nei luoghi di provincia, ad esempio?…in quelli dove vige maggior degrado?
Le Istituzioni tutte, accettando questa dichiarazione del Ministro Carfagna, potrebbero, perché no, in futuro, ad esempio, accettare una dichiarazione di colui/colei che preposto/a al risanamento del sistema pensionistico si avvalesse della sua esperienza personale e sostenesse: “non è vero che le pensioni non sono sufficienti a far fronte al fabbisogno del pensionato, perché i miei amici pensionati mi dicono che loro vivono molto bene con la pensione che ricevono!” Si potrebbero fare ancora molti altri “spiritosi e provocatori esempi” in tal senso …..il dramma purtroppo è che il caso in questione è di imbarazzante verità istituzionale.
Le ultime dichiarazioni del Ministro citano come segue: ci sono molti problemi di Pari Opportunità. Un esempio? Nei luoghi di lavoro ancora oggi le donne guadagnano il 30% in meno dei loro colleghi pari grado. E questo è o non è un problema serio?…..Disabili, Anziani, Bambini: ce ne è di problemi di pari opportunità nel nostro paese.
Nessuno nega l’esistenza di molti problemi di Pari Opportunità purtroppo. Anzi, mi sembra normale che ce ne siano, altrimenti non avrebbe ragione di esistere il Dicastero in proposito. Quando si parla di Pari Opportunità non dovrebbe essere necessario fare una classifica, soprattutto personale, dell’importanza della minoranza in questione.
Anche la più insignificante, a livello numerico, delle minoranze, quando non vede riconosciute le sue Pari Opportunità, vive un disagio, un’emarginazione, un problema: grande, importante e insostenibile tanto quanto quello della più numerosa delle minoranze.
Relativamente alla sua rigida posizione, vorrei ricordare al Ministro che il mancato riconoscimento di Pari Opportunità dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, lesbiche e queer è quanto di più incostituzionale si possa avere per evidente contrasto con il principio fondamentale sancito dall’art. 3 comma 1 della Carta Costituzionale che cita: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali.
Vorrei, inoltre, dare uno sguardo alla ratio che sta alla base del Dicastero della Pari Opportunità e a tal proposito vorrei ricordare al Ministro che un Governo che istituisce un Ministero delle Pari Opportunità ritiene evidentemente che ci siano una serie di categorie di persone che, per vedere riconosciuti i propri diritti, necessitano di una specifica azione di governo in quanto facenti parte di minoranze. Ora, data la fattispecie in questione, non può esserci maggiore contraddizione in termini che quella di un Ministro che va contro la funzione del Ministero da lui rappresentato.
Un Ministro, Presidente, non dovrebbe forse operare se non secondo equità, termine che siamo soliti riferire a chi svolge la funzione giurisdizionale, per lo meno in assenza di pregiudizi e condizionamenti personali e/o spirituali?
Due ultime considerazioni sul Ministro in questione.
Questo il suo curriculum vitae come si evince dal sito ufficiale del Ministero delle Pari Opportunità:
nata a Salerno il 18 Dicembre 1975;
è diplomata presso il Liceo Scientifico "Giovanni da Procida" di Salerno, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Salerno con una tesi in Diritto dell'informazione e del sistema radiotelevisivo;
entrata nel movimento politico di Forza Italia nel 2004, diventa l'anno successivo Coordinatrice Regionale di Azzurro Donna Campania.
Nel 2006 è eletta alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania 2 nella lista di Forza Italia, è stata Segretario della Commissione Affari Costituzionali nella XV Legislatura.
Da ottobre 2007 è Coordinatrice Nazionale di Azzurro Donna, incarico che ricopre attualmente.
Eletta nell'aprile 2008 alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania 2 nella lista del Popolo della Libertà.
Presidente Napolitano, ma nemmeno 4 anni di militanza politica non sono un lasso di tempo un po' ridotto per affrontare un impegno istituzionale quale l'incarico a Ministro delle Pari Opportunità? Senza considerare la precedente e pubblicamente conosciuta attività svolta nel mondo dello spettacolo da parte del Ministro, che senza nulla volerle togliere, certo non va ad aggiungere punti in favore della sua formazione politica.
Mi chiedo come un Presidente del Consiglio possa solo pensare di affidare un Ministero ad un soggetto così inesperto.
E sopratuttto, ciò che è più grave, è la evidente bassa considerazione che l'attuale Presidente del Consiglio riserva alla fattispecie in questione: le pari opportunità. Eppure, un valido rappresentante delle istituzioni politiche quale il Presidente del Consiglio dovrebbe essere, dovrebbe ben sapere che i Ministeri senza Portafoglio che hanno responsabilità economica minore nella amministrazione del Paese, rivestono però un alto valore sociale e politico che, senza dubbio alcuno necessitano di soggetti politici strutturati e consapevoli
La ringrazio, caro Presidente Napolitano, per l’attenzione che vorrà concedermi, e la saluto cordialmente restando pieno di perplessità nei confronti di un Governo che, appena insediatosi, riconosco come legittimo e rispetto profondamente, ma dal quale, mi resta molto difficile sentirmi rappresentato.
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