Scrivo a Lei questa lettera, Egregio Presidente Napolitano, in seguito ad un articolo letto sul Corriere della Sera del giorno 19 maggio 2008 e trovato comunque confermato più o meno negli stessi termini un po’ ovunque tra altre testate giornalistiche.
Si tratta delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, a proposito della decisione di non attribuire il patrocinio del Ministero da Ella rappresentato al Gay Pride di quest’anno.
Per chiarezza espositiva affronterò questo mia riflessione con Lei, Presidente, suddividendo le affermazioni del Ministro per punti.
Veniamo dunque alla prima parte delle dichiarazioni del Ministro Carfagna.
Il Ministro dice: Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono i Gay Pride……Hanno obiettivi che non condivido.
Il Gay Pride è una manifestazione pacifista che senza ombra di dubbio rientra a pieno titolo in un generico contenitore che si chiama “richiesta di Pari Opportunità”.
Presidente, com’è possibile ammettere che un Ministro, quindi un rappresentante della funzione pubblica di Governo, si esprima negando l’utilità di una manifestazione che rientra a pieno titolo nei contenuti che fanno capo al suo Ministero?
Un Ministro non è un parlamentare che segue un progetto di partito, un Ministro è un qualcosa di più articolato e di più profondo che non può limitare la sua funzione pubblica alla sola base delle proprie esperienze e convinzioni personali dato che si muove condizionando, nel nostro caso, circa 60 milioni di persone!
Il Ministro poi dice: Io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi
Presidente, com’è possibile ammettere che un Ministro non sia consapevole che la storia dei diritti civili dell’uomo è nata e si è sviluppata solo, quando e in seguito alla uscita in piazza di consistenti masse di cittadini?
Proseguo: penso che l’unico obiettivo del Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso essere d’accordo.
Presidente, stiamo parlando di un Ministro che rilascia delle dichiarazioni ufficiali su un tema di cui non conosce la portata e i contenuti.
Il Gay Pride, infatti, non è solo una manifestazione degli omosessuali ma è la manifestazione per antonomasia per ottenere il riconoscimento di una serie di diritti della comunità GLBQ: gay, lesbiche, bisessuali, queer (volendo con questo termine di ultima generazione riferirsi a chi intende autodeterminare la propria identità di genere perché psicologicamente non in linea con quella biologica quindi transessuali e transgender).
Con questa affermazione il Ministro ha semplicemente parlato per luoghi comuni, lasciando intendere la sua mancata informazione sulla questione in oggetto e peraltro esprimendo un’opinione solo personale piuttosto che Istituzionale. Se il Ministro non è d’accordo, come dice, con il riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali questo è un suo problema e non dovrebbe riguardare gli omosessuali, ma soprattutto non dovrebbe riguardare l’esercizio della funzione di Governo del Ministro che dovrebbe essere svolta in considerazione di un punto di vista sociale e non personale.
Agli omosessuali sicuramente non disturba se il Ministro si sposa, convive o fa altro. Non si capisce per quale motivo il Ministro invece debba pubblicamente affermare il suo disappunto sull’eventualità di una ufficializzazione delle unioni omosessuali. Proprio lei? Il Ministro delle pari opportunità? E purtroppo Mara Carfagna, con questa affermazione, ha sottolineato il vero problema che sta alla base delle minoranze o delle parti più deboli e cioè che è la maggioranza che crea il disagio maggiore alla minoranza.
Quello che è grave, però, è che a parlare sia un rappresentante delle Istituzioni e, nella fattispecie, il responsabile di un ministero che si chiama delle Pari Opportunità, insomma, Presidente, l’ultimo cittadino italiano che avrebbe dovuto esprimersi in tal senso!
Vengo adesso alla parte più imbarazzante delle dichiarazioni del Ministro Carfagna: Io credo che l’omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così grave come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l’integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare………sì, i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese.
Oltre alle dichiarazioni per sentito dire e ai luoghi comuni, rimango semplicemente esterefatto nel leggere il riferimento agli amici omosessuali del Ministro: non sarebbe più deontologico, Presidente, aspettarsi da un Ministro, nell’esercizio delle sue funzioni, una visione più ad ampio spettro territoriale piuttosto che familiare/amicale?
Come può un cittadino sentirsi rappresentato da un Ministro che si giustifica dando maggior valore alla sua esperienza personale piuttosto che a quella sociale? Come si può accettare che un Ministro pretenda che qualcuno gli dimostri che la situazione è diversa da quella che ritiene esistente? Non è il Ministro che si deve informare? …..magari non sotto casa, ma nei luoghi di provincia, ad esempio?…in quelli dove vige maggior degrado?
Le Istituzioni tutte, accettando questa dichiarazione del Ministro Carfagna, potrebbero, perché no, in futuro, ad esempio, accettare una dichiarazione di colui/colei che preposto/a al risanamento del sistema pensionistico si avvalesse della sua esperienza personale e sostenesse: “non è vero che le pensioni non sono sufficienti a far fronte al fabbisogno del pensionato, perché i miei amici pensionati mi dicono che loro vivono molto bene con la pensione che ricevono!” Si potrebbero fare ancora molti altri “spiritosi e provocatori esempi” in tal senso …..il dramma purtroppo è che il caso in questione è di imbarazzante verità istituzionale.
Le ultime dichiarazioni del Ministro citano come segue: ci sono molti problemi di Pari Opportunità. Un esempio? Nei luoghi di lavoro ancora oggi le donne guadagnano il 30% in meno dei loro colleghi pari grado. E questo è o non è un problema serio?…..Disabili, Anziani, Bambini: ce ne è di problemi di pari opportunità nel nostro paese.
Nessuno nega l’esistenza di molti problemi di Pari Opportunità purtroppo. Anzi, mi sembra normale che ce ne siano, altrimenti non avrebbe ragione di esistere il Dicastero in proposito. Quando si parla di Pari Opportunità non dovrebbe essere necessario fare una classifica, soprattutto personale, dell’importanza della minoranza in questione.
Anche la più insignificante, a livello numerico, delle minoranze, quando non vede riconosciute le sue Pari Opportunità, vive un disagio, un’emarginazione, un problema: grande, importante e insostenibile tanto quanto quello della più numerosa delle minoranze.
Relativamente alla sua rigida posizione, vorrei ricordare al Ministro che il mancato riconoscimento di Pari Opportunità dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, lesbiche e queer è quanto di più incostituzionale si possa avere per evidente contrasto con il principio fondamentale sancito dall’art. 3 comma 1 della Carta Costituzionale che cita: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali.
Vorrei, inoltre, dare uno sguardo alla ratio che sta alla base del Dicastero della Pari Opportunità e a tal proposito vorrei ricordare al Ministro che un Governo che istituisce un Ministero delle Pari Opportunità ritiene evidentemente che ci siano una serie di categorie di persone che, per vedere riconosciuti i propri diritti, necessitano di una specifica azione di governo in quanto facenti parte di minoranze. Ora, data la fattispecie in questione, non può esserci maggiore contraddizione in termini che quella di un Ministro che va contro la funzione del Ministero da lui rappresentato.
Un Ministro, Presidente, non dovrebbe forse operare se non secondo equità, termine che siamo soliti riferire a chi svolge la funzione giurisdizionale, per lo meno in assenza di pregiudizi e condizionamenti personali e/o spirituali?
Due ultime considerazioni sul Ministro in questione.
Questo il suo curriculum vitae come si evince dal sito ufficiale del Ministero delle Pari Opportunità:
nata a Salerno il 18 Dicembre 1975;
è diplomata presso il Liceo Scientifico "Giovanni da Procida" di Salerno, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Salerno con una tesi in Diritto dell'informazione e del sistema radiotelevisivo;
entrata nel movimento politico di Forza Italia nel 2004, diventa l'anno successivo Coordinatrice Regionale di Azzurro Donna Campania.
Nel 2006 è eletta alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania 2 nella lista di Forza Italia, è stata Segretario della Commissione Affari Costituzionali nella XV Legislatura.
Da ottobre 2007 è Coordinatrice Nazionale di Azzurro Donna, incarico che ricopre attualmente.
Eletta nell'aprile 2008 alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania 2 nella lista del Popolo della Libertà.
Presidente Napolitano, ma nemmeno 4 anni di militanza politica non sono un lasso di tempo un po' ridotto per affrontare un impegno istituzionale quale l'incarico a Ministro delle Pari Opportunità? Senza considerare la precedente e pubblicamente conosciuta attività svolta nel mondo dello spettacolo da parte del Ministro, che senza nulla volerle togliere, certo non va ad aggiungere punti in favore della sua formazione politica.
Mi chiedo come un Presidente del Consiglio possa solo pensare di affidare un Ministero ad un soggetto così inesperto.
E sopratuttto, ciò che è più grave, è la evidente bassa considerazione che l'attuale Presidente del Consiglio riserva alla fattispecie in questione: le pari opportunità. Eppure, un valido rappresentante delle istituzioni politiche quale il Presidente del Consiglio dovrebbe essere, dovrebbe ben sapere che i Ministeri senza Portafoglio che hanno responsabilità economica minore nella amministrazione del Paese, rivestono però un alto valore sociale e politico che, senza dubbio alcuno necessitano di soggetti politici strutturati e consapevoli
La ringrazio, caro Presidente Napolitano, per l’attenzione che vorrà concedermi, e la saluto cordialmente restando pieno di perplessità nei confronti di un Governo che, appena insediatosi, riconosco come legittimo e rispetto profondamente, ma dal quale, mi resta molto difficile sentirmi rappresentato.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento